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Le storie di via Carnia dal ’500 a oggi diventano un docu-film
Domenica Canchano marzo 2015
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Genova - E’ la storia di una via, via Carnia, e del suo cambiamento con il trascorrere del tempo. Ma è anche la storia di uno straordinario rapporto tra una zia e il suo nipote e dell’importanza della trasmissione orale di vicende che altrimenti si sarebbero perse nell’oblìo. E’ una storia che diventa documentario, quello realizzato dal giovane Edoardo Viterbori, 17 anni, “Le storie di via Carnia”, e patrocinato dal Municipio Valpolcevera, di prossima proiezione a maggio.
Le storie di via Carnia, un film di Edoardo Viterbori
Le storie di via Carnia è nato una sera di Luglio: ho saputo che Roberta Petraglia stava cercando la giusta occasione per ridare alla via la giusta dignità storica, attraverso racconti e ricerche fotografiche.
Io e Alda Gambino volevamo realizzare già da tempo un’opera dedicata alla via e l’incontro con Roberta Petraglia fu la scintilla che accese la fiamma, ciò ch’era nelle nostre menti, sarebbe presto diventato realtà.
Roberta Petraglia, originaria del Cilento, vive da sempre con la sua famiglia a Genova. Primo premio narrativa 2013 alla IV Edizione di “Sotto il Cielo di Luglio” dell’Associazione La Nuova Musa e Pro Loco Anzio e poetessa esordiente in “Zenit”, raccolta edita a cura di Liber Exit. (Intervista a cura di Rosanna Fronzuto)
Cara Roberta, tu sei impegnata da sempre nel mondo dell’arte e della scuola come promotrice di iniziative culturali e territoriali a finalità sociali, ci racconti come vive Genova il momento attuale:
Poco lavoro per tutti e solo chi ha un welfare familiare storico e radicato può permettersi di resistere alla crisi di oggi. I licenziamenti a stock stanno producendo un incremento di produzione di candele votive alla longevità dei genitori pensionati. Gente messa male qui a Genova. Si cerca una nuova identità vocativa delle due vallate e produttiva, di riconversione industriale. Si contesta il Governo e l’assoluta estraneità ad ogni vicenda.